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Lavori da casa? Ecco tutto ciò che serve per essere in regola!

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Tu stai svolgendo una PRESTAZIONE OCCASIONALE! Se scegli il sistema della prestazione occasionale e se vengono rispettati alcuni paletti imposti dalla legge lavori nel pieno rispetto delle regole e non incorri in nessun tipo di sanzione pecuniaria! Questa tipologia di lavoro è stata introdotta recentemente con la riforma del lavoro del 2003 attraverso la Legge Biagi e, affinché possa essere riconosciuta come tale, deve appunto rispettare i famosi paletti dettati per legge. Vediamo quali.

Lavorare in collaborazione occasionale con ritenuta d’acconto conviene quando:

  • si ha una sola e breve collaborazione con un soggetto (cioè se fai torte a casa, significa che per quella persona fai 2/3 torte all'anno, non tutti i giorni).
  • La natura della collaborazione è davvero estemporanea (ad esempio quando una persona trova il tuo annuncio su internet e ti contatta).
  • Non si prevede di poter ottenere altre collaborazioni nel medio termine con lo stesso committente (cioè la persona alla quale hai fatto la torta non ti chiede una torta la settimana dopo, ma dopo qualche mese).

Parlando di numeri, quando il lavoro che fai si può definire collaborazione occasionale?

Tu puoi definire il tuo lavoro LAVORO OCCASIONALE SE:

  • la collaborazione con uno stesso committente non è più lunga di trenta giorni in uno stesso anno solare, altrimenti diventa abituale e continuativa;
  • la somma di tutti i compensi percepiti non può essere superiore ai 5000 euro (5 mila) netti in uno stesso anno solare.

Come funziona la collaborazione occasionale con ritenuta d’acconto?

Molto semplicemente con questo strumento il collaboratore (cioè tu) esegue un lavoro per il committente (cioè chi ti chiede il lavoro) come se fosse un professionista (pur NON avendo una partita IVA), per un periodo di tempo e un compenso limitati.

La natura del rapporto deve essere appunto «occasionale» e non c’è nel rapporto lavorativo la natura di subordinazione. Dal punto di vista pratico, al momento del pagamento della prestazione, il collaboratore (cioè tu) deve produrre una ricevuta (poi vedrai che è un foglio di carta, niente di fantascientifico e difficile) al committente (cioè alla persona per la quale hai lavorato) che provvederà a saldarla.

Spesso è il committente che fornisce un modello di ricevuta che il collaboratore firma e consegna: così non devi fare proprio niente.

Quindi per una prestazione occasionale devo fare la ricevuta?

La risposta è SI!

Dal punto di vista fiscale la ricevuta conterrà:

  • la data e il numero della ricevuta;
  • i dati del collaboratore, cioè i tuoi dati (nome, cognome, indirizzo e codice fiscale);
  • i dati del committente, cioè i dati della persona per la quale hai lavorato (nome, cognome, indirizzo e codice fiscale; se è un negozio devi metterci la partita IVA);
  • la descrizione dell’attività prestata (del tipo torta, pitturazione scale, ecc. ecc.);
  • l’importo netto, cioè quello che ti metti in tasca (ad esempio 10€);
  • l’importo della ritenuta d’acconto (il 20% di quello che ti metti in tasca, in questo caso 2€);
  • l’importo del compenso lordo (la somma delle due voci sopra 10€+2€=12€).

Nella compilazione della ritenuta d’acconto va prestata particolare attenzione alla data che viene scritta sulla fattura che non deve corrispondere alla data in cui è stato ultimato il lavoro per il committente, ma a quella in cui si è ricevuto il compenso pattuito. Devi mettere la data alla quale incassi i soldini!

Se poi la ricevuta ha un valore superiore ai 77,47 euro, dev’essere necessariamente rilasciata con marca da bollo del valore di 1,81 euro (oggi 2 euro) che, solitamente, viene fatta a carico del committente (cioè a carico di chi ti ha chiesto il lavoro). Cioè tu glielo dici e sono fatti suoi!

Una volta consegnata la ricevuta al committente, questo provvede a:

  • versare l’importo netto al collaboratore (solo i 10€);
  • versare l’importo della ritenuta d’acconto allo Stato per conto del collaboratore entro il 16 del mese successivo alla data della ricevuta.

Chi si attiene ai limiti fissati per legge è esentato dal pagamento contributivo INPS, perché il professionista occasionale non può essere considerato né un lavoratore dipendente (nessun legame di subordinazione col committente e nessuna busta paga a fine mese) né un lavoratore autonomo (non raggiungendo i 5000 euro lordi all’anno non può essere considerato tale).

Se fai già un primo lavoro puoi considerare i tuoi extra come LAVORO OCCASIONALE?

LA RISPOSTA è NO!!!

Come in tutti i casi, anche in questo c’è l’eccezione, perché i lavoratori occasionali che, nel corso di un anno solare, non hanno superato il limite di retribuzione di 4800 euro lordi, non sono tenuti a nessuna dichiarazione dei redditi, a patto che questo sia stato l’unico reddito percepito; non possono, quindi, agevolarsi con questa regola, coloro che al lavoro occasionale hanno affiancato un lavoro professionale continuativo o dipendente che ha loro prodotto un reddito, di qualunque ammontare o entità.

 

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